-CLAXON-

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microwaves, la rubrica di musica

sabato 23 febbraio 2008

Consigli spicci per gli acquisti

Devo ancora finire di ascoltarlo, ma devo parlarvi di Amen, ultimo disco dei Baustelle.
Molti li odiano, per i più diversi motivi, dicono che sono fasci (perchè poi? mof..), dicono che è puro sfoggio superficiale di cultura sommaria, che nei ritornelli banalizzano il senso della strofa.
Ma molti fanno gli snob, forse hanno paura, di provare a mettere in moto il pensiero critico, a fronte di una provocazione nascosta e garbata come un calcio nello stinco sotto il tavolo a cena dall'Ambasciatore, occhio glaciale, sorriso piombato sulla medesima frequenza: tu però senti male, e non puoi fare a meno di guardare l'uomo di fronte che ti ha appena calciato privatamente. E lui guarda te, fisso: un muro di diamante, duro, ma le onde ci passano attraverso riflesse e amplificate.
Ma un calcio non è messaggio preciso, non è un proclama, non è un comizio in piazza, non è un trattato o un saggio, non è un programma di governo: un calcio, di per sè, non significa proprio niente.
Il calcio non ti dice cosa è sbagliato, non ti dice cosa fare, non ti dice per chi votare, non indica. Ti dice solo "Filippo, qualcosa non va, in te, me e noi". (Oùte légei oùte kryptei, allà semàinei, diceva Eraclito.)
A quel punto, incredulo per la botta e costretto all'immobilità dalla mancanza di alternative d'azione e dal bon ton, non ti resta altro che pensare. Cosa mi vuole dire? Di chi parla? Anche io sono fra questi? E' vero quello che dice? Io lo vedo quello che racconta? Io ne faccio parte?

Il concetto è, se proprio non volete spendere 19,90, procuratevelo, anche da me, vi faccio la copia. Lo getterete nella raccolta differenziata tri-angolare che distingue la vostra classe, ma bisogna ascoltarlo. E' necessario vivere/Bisogna scrivere/Verso l'ignoto tendere.


----Sensibilità di un primo ascolto, che è una bestiola docile e pelosa, ma di peli appuntiti, prenderlo in mano è difficile----

Mk.

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